domenica 25 dicembre 2011

Non-Natale

Facebook si ricorda di dirmi che è Natale. Con tutti i Babbi Natale, gli alberi di Natale, le palline colorate, i pupazzi di neve, la mia bacheca sembra il copione di un film di Dario Argento.

Anche le strade di Melbourne mi dicono che è Natale, ci sono le decorazioni, le vetrine addobbate, la gente frettolosa che corre a fare i regali, la tipa che vende le corna da renna (immagino che quella che qui è una gnoccolona bionda con due gambe lunghe cosi, in Italia sia il solito indiano che d'estate vende gli occhiali da sole con le lucine colorate), nei negozi ci sono le canzoncine di Natale (che fanno cling cling cling cling cling) che quando mi giungono all'orecchio vorrei lanciare un urlo di guerra, trasformarmi in Hulk e polverizzare l'impianto.

Le coppiette e le famigliole al ristorante mi dicono che è Natale quando si scambiano i regali, che invece che essere come da noi maglioni e sciarpe e tutto un guardaroba di indumenti caldi e coccolosi, sono creme solari e costumi da sfoggiare in spiaggia, ho una voglia irresistibile di rovesciare il vino rosso su quel bianco costumino striminzito che tu biondina stai ammirando sopra il tavolo mentre il tuo ragazzo ti guarda come se te lo vedesse già addosso quel costume (anzi, forse ti sta immaginando pure senza).

In spiaggia un manipolo di ragazzetti sbronzi mi dice che è Natale quando vedo una bandiera scozzese sventolante piantata sulla sabbia in modo piuttosto precario e loro che si passano il loro unico berretto da Babbo Natale per farsi fare a turno la foto e poter dire "io il Natale l'ho trascorso in spiaggia!", vi auguro una scagazzata di gabbiano su quel berretto ormai già sudicio.



Si nota che non sopporto il Natale?





P.S. ecco, lo ammetto, di questo Natale c'è una cosa che mi piace:


Elio, grazie di esistere.


Comunque sia, Merry Christmas!

Katia

domenica 18 dicembre 2011

@work

Scusate se non sono stata molto presente ultimamente, ma causa lavoro, mancanza di internet in ostello, carenza di sonno, la mia presenza al computer è un po' scarseggiante.
A voi che vi chiedete se lavoro, beh si, lavoro. Inizialmente ho abbandonato i siculi per un'agenzia di recruiting che il primo weekend mi ha spedito direttamente all'hotel Hilton O_o
Ho trascorso attimi di terrore al pensiero di dover comunicare la cosa al ristorante italiano, per cui una sera mi sono fatta coraggio e sono andata a "dare le dimissioni" (che poi si può dare le dimissioni a dei "datori di lavoro" per i quali hai lavorato un weekend, in nero per giunta?? vabbè). Avevo paura potessero adottare metodi "vecchia scuola" per dimostrare lo scontento, per cui mi sono fatta scortare da Kevin, un ragazzo coreano conosciuto in ostello. Mi serviva un testimone, che ve devo dì. Hanno avuto pure il coraggio di chiedermi il perché, al che li ho guardati con una faccia alla "sei stupido o cosa???", e ho spiegato che fondamentalmente il motivo principale era la paga. Vi lascio immaginare gli insulti che mi sono presa e pure le promesse che mi hanno fatto ma comunque no, grazie. Chiuso. Stop.
Così il venerdi e il sabato mi sono presentata in camicia, gilet e cravatta (cravatta!!!) alle porte dell'Hilton. Quelle sul retro, chiaramente :) vi lascio immaginare lo sfarzo di un posto del genere, una volta vista la sala da pranzo sono rimasta cinque minuti con la mandibola spalancata. Mi son chiesta se ero veramente io che stavo lavorando in un posto del genere o se stavo semplicemente sognando. Dopo mezz'ora mi sono resa conto che non stavo sognando ma che c'era il supervisor che stava inveendo contro di me e qualcun altro in una lingua che ancora ora faccio fatica a classificare come inglese. Comunque sia, non ho rovesciato nessun piatto o bicchiere e non ho macchiato nessun costosissimo vestito di qualche ricchissima signora.
Mi sono resa conto però che l'agenzia per cui lavoro non mi procura più di tanto lavoro, al massimo un paio di turni a settimana, per cui, dovendo mangiare ogni tanto, mi sono cercata un'altra posizione. Ho quindi trovato lavoro in un altro ristorante, italiano ma gestito da australiani, o comunque non italiani, che è anche abbastanza famoso qui a Melbourne. La cosa buffa è che sono l'unica italiana a lavorare in un ristorante italiano, e la cosa ancora più buffa è che per farmi capire devo sforzarmi di pronunciare i nomi dei piatti non come li pronuncerei io, ma come li pronuncerebbe un australiano. Per cui fondamentalmente ho adottato una "ere" alla mestrina per tutti i piatti tipo "carbonara", "ravioli", "prosciutto", etc.
Sono poi diventata una specie di "attrazione" per gli autoctoni, in quanto la clientela è estasiata di essere di fronte ad una vera italiana, e si diletta in espressioni tipo "grrrrazie", "buon gi-orno", "tutto bbbene" per dimostrare la loro conoscenza della lingua italica. Quando poi mi chiedono specificatamente da dove sono, la mia risposta è "Venice", è tutto un "oooooh, wonderful!", e ovviamente io evito di specificare che Venezia l'ho vista due volte di striscio e non ci vivrei mai, invece mi dilungo anch'io con "yeeees, Venice is wonderful!".
 L'altra cosa divertente è che c'è un tale sovraffollamento di personale in questo ristorante che posso prendermela comoda e fare tutto con calma, anche perchè vedo che tutti fanno così...per cui, perchè farsi in quattro quando siamo in otto a fare un lavoro che potrei fare da sbronza e con una gamba sola? E poi, i colleghi sono tutti così gentili, è tutto un "thank you!", "sorry", "excuse me", per cui mi chiedo se mi hanno preso per una ritardata o se hanno paura a farmi arrabbiare o se è semplicemente normale per loro.
Il ristorante è un pò fuori dal centro, per cui da venerdi prossimo mi trasferisco in un appartamento, dotato di camera singola (=privacy!!), internet, laundry, e a 10 minuti a piedi dal posto di lavoro. Oltre a risparmiare sul trasporto, ci guadagno pure sulla dieta, poichè sarò al riparo da tentazioni quali Starbucks, Subway e qualsiasi altro tipo di qualcosa-food posso trovare ora mettendo in naso fuori dalla porta dell'ostello.
Mi mancheranno però le serate fino alle 4 di mattina a guardare la tv nella sala comune. L'ostello difatti mette a disposizione di noi poveracci un mega hard drive con tutti i film e le serie tv possibili immaginabili, per cui finora ci siamo sparati non so quanti film, incluse le maratone di Matrix, il Signore degli Anelli, Transformers, Harry Potter, nonché qualche stagione di Simpsons, Family Guy, HIMYM e qualcos'altro che non mi ricordo.
Ecco spiegato perchè non dormo, e perchè non ho ancora scattato una foto di Melbourne :) in compenso faccio esercizio di ascolto e dialogo, inoltre, esclusa una conversazione notturna su skype con mia mamma, è addirittura una settimana che non parlo italiano, chi l'avrebbe mai detto :)

A presto
Katia

mercoledì 7 dicembre 2011

News from Melbourne


So che voi 25 lettori vi state chiedendo che fine abbia fatto, se sono stata inghiottita da un cratere apertosi sotto l’autobus che mi portava lontano da Mildura o se mi si è rovesciato addosso un bin di arance facendomi morire per una dose massiccia di vitamina C… niente di tutto ciò.
Sono giunta sana e salva a  Melbourne e al momento alloggio in un ostello nella Chinatown melbournense. O si dice melbourniana? Melbourniota? Vabè insomma, gavè capio. 
Vorrei aprire per un attimo il capitolo ostello.
A me piace e ho già prenotato la seconda settimana qui. Non è niente di eccezionale, è piuttosto piccolo ma mi piace così, è più intimo, ci si arriva a consocere tutti dopo pochi giorni, è inoltre piuttosto cheap e soprattutto sono in un dormitorio...da tre persone. Col mio fantastico letto da una piazza e mezza. AWESOME!!!
Un cenno particolare lo meritano i miei roomates: la prima notte mi son ritrovata con due ragazzi, Ian from England e Paco from Spain (dove sennò?!?). Incredibilmente simpatici e la sera siamo andati addirittura a bere una birra assieme.
Il giorno successivo ho avuto l'onore di incontrare due donne delle Norrlands. Per chi non lo sapesse, le Norrlands sono la regione più settentrionale della Svezia. Dalle descrizioni che ne avevo ricevuto (indovinate da chi... :D) pensavo di dover avere a che fare con un paio di Uruk-Hai che comunicano tramite grugniti e cenni del capo, invece sono entrambe molto simpatiche e carine (e parlano inglese). Però...sono un pò strane. Prima di tutto, devono avere qualche nostalgia del loro paese natìo in questo particolare periodo dell'anno in cui non c'è molta luce, altrimenti non mi spiego la loro iperattività nei periodi che vanno dalle 5 alle 8 di mattina e dalle 21 in poi. O forse hanno qualche parente in Transilvania. Il resto del tempo comunque, dormono. Nello stesso letto. A tale riguardo sto formulando alcune ipotesi:
  1. Sono lesbiche (ipotesi banale)
  2. Avendo loro a disposizione il letto a castello (perché il singolo non me lo toglie nessuno), soffrono entrambe di vertigini (ipotesi sensata)
  3. Con la stessa premessa dell’ipotesi precedente, sono cosi piccole che non riescono a salire sul letto di sopra (ipotesi presuntuosa)
  4. Hanno freddo (ipotesi idiota, sono svedesi!)

Altre ipotesi sono comunque accettate.
La scorsa notte è stata la loro ultima notte nella mia camera, ora si spostano nel dormitorio da 10. Non se ne vanno perché hanno paura di me, ma solamente perché i loro letti erano già stati prenotati in precedenza. A breve quindi conoscerò nuovi inquilini
A pensarci bene, potrebbero comunque avere paura di me, dovuta in particolare alla trentina di cm che intercorrono tra la mia e la loro testa.
Passiamo al capitolo lavoro.
Sabato, avevo una interview con un tizio in un locale a St Kilda. Avevamo stabilito questa interview la settimana precedente, a me sinceramente era parso strano, però non avendo più ricevuto notizie da parte sua, ci sono andata lo stesso. Inutile dire, arrivo lì, mi saluta calorosamente ma mi dice che il posto era già stato preso. Ma cazzo dico io, mandami un messaggio, fammi una telefonata per dirmi di non prendermi il disturbo di venire, no?? Bah.
Mi sono quindi armata di curriculum, ringraziando la Public City Library di Melbourne che diventerà mia grande amica nei giorni a venire, e utilizzando il classico metodo, mi sono incamminata in Lygon Street e mi sono infilata in ogni locale che incontravo lungo la strada (ossia, uno ogni dieci metri). Lygon Street è la strada dalla quale sono stata avvertita di starmene ben distante, perché pullulante di ristoranti italiani, gestiti da italiani, che si comportano ovviamente da italiani. Ciò vuol dire, lavorare come negri e paghe da fame. Mio papà mi ha sempre però insegnato che “quando l’acqua toca el cul, se impara a noar” (quando l’acqua tocca il culo, si impara a nuotare). Per cui, ho pensato, mi trovo al momento un qualsiasi lavoro che mi permetta di guadagnare due soldi, ma nel frattempo vado ancora in cerca di altro. Detto, fatto.
Da domenica quindi lavoro in un ristorante italiano gestito da siciliani, ma mi sto facendo in quattro tra spedire cv e interviews, e stasera ho un trial in un nuovo locale che sembra un po’ più serio e dove almeno vengo pagata di più (o almeno così mi ha detto il titolare).
Da notare che per cercare lavoro qui bisogna essere degli autentiche facce di bronzo. Faccio un esempio.
Io: “Hi there! I was wondering if you’re looking for wait staff”
Tizio del locale (spesso un cameriere capitato li per sbaglio): “Ehhh..yeah…how long are you staying here in Melbourne?”
Io: “I just arrived two weeks ago, but I’m planning to stay here at least one year!” (BALLA!!!)
Tizio:”Mmmm..ok…where are you living?”
Io:”Oh, just a couple of blocks down the street!” (BALLA!!!)
Tizio:”Mmmm..ok…do you have any experience?”
Io:”Oh, yes, I worked three years in Italy as a waitress in a restaurant!” (Nel mio caso non è una balla, ma nella maggior parte dei casi si :D)
Tizio:”Mmmm…ok…can you make coffee? Cappuccino?”
Io:”Yes, I do!” (BALLA!!!)
Dopodichè vi chiede di lasciare il cv e FORSE verrete richiamati :D Nella migliore delle ipotesi vi chiedono subito quando siete disponibili per un trial, e già lì so che la strada per me si fa in discesa perché dopotutto, caffè a parte e qualche difficoltà a capire cosa vuole un vecchio quando mi chiede un Bondi Rhum (che viene pronunciato come “bandi ram” O_o), non me la cavo affatto male.
Per il resto non và malissimo, in ostello non c’è internet ma la city library non è molto distante, la cosa più grave al momento è che quindi non posso scaricarmi le puntatine di How I Met your Mother.
Vi farò sapere se riuscirò a sfuggire dalle grinfie dei mafiosi siciliani. Per ora ne approfitto mangiando gratis ogni sera un piatto di pasta che altrimenti mi verrebbe a costare sui 25 dollari.
Keep in touch!
Katia

giovedì 1 dicembre 2011

Io sono in Australia

Preparatevi perchè questo è un post incazzoso.
Incazzoso come se vi foste svegliati la mattina alle 6 perchè il vostro compagno di stanza russa, dopo che solo alle 4 vi siete riusciti ad addormentare perchè stavano facendo un casino della Madonna fuori dalla vostra camera, dopo che avete trascorso 10 giorni in questo posto dimenticato da Dio, dopo che il tizio che dovrebbe sganciare i soldi deve ancora pagarvi per esservi fatti un culo così a raccogliere delle schifose arance, dopo che aspettate la posta che non arriva e domani ve ne dovete andare e state rimuginando su come farvi rincorrere dalla posta in giro per l'Australia, dopo che il bonifico fatto dall'Italia dopo una settimana ancora non arriva e non sapete dove sono andati a finire i vostri soldi visto che comunque nel vostro conto corrente non ci sono più.
Ma non sono queste le cose che mi fanno incazzare.
Le cose che mi fanno incazzare arrivano dall'Italia. Tanto per cambiare.
Ma stavolta non si chiamano Berlusconi, non si chiamano lavoro-di-merda-ma-grazie-a-Dio-almeno-ce-l-ho, non si chiamano fila-all-ufficio-pubblico-dove-gli-impiegati-non-stanno-facendo-un-cazzo-e-tu-aspetti-per-ore-come-un-pirla.
Si chiamano amici. O meglio, dovrebbero chiamarsi tali. E cosa scopri stanno facendo questi "amici"? Scopri che ti stanno giudicando (male) per quello che hai fatto, che secondo loro li hai abbandonati al loro triste destino fatto di pasti caldi, tetto sopra la testa, lavoro sicuro, mentre tu ingrata te ne sei andata in un posto dove nell'immaginario collettivo (immaginario, si, esatto, immaginario perchè NON è vero) te ne stai in spiaggia sotto il sole tutto il giorno con un mojito in mano mentre un nugolo di surfisti biondi e abbronzati si sta strusciando su di te.
Si stanno chiedendo perchè ho fatto questa cosa, perchè ho mollato quella che secondo loro era la vita perfetta, fatta di casa, moroso, lavoro sicuro, e loro, si, amici.
Perchè non era perfetta. Ma neanche lontanamente. Ma neanche a guardarla col binocolo.
Perchè me ne stavo continuamente, prepotentemente incazzata col mondo, e chi mi stava veramente vicino può confermarlo, perchè quel Paese che voi chiamate tale mi stava stretto, perchè non vedevo futuro, o meglio, vedevo un futuro rinchiusa tra mille stringhe di cobol e spese da pagare e chissà-se-mai-vedrò-una-pensione. E, scusate, a qualcuno può anche piacere (il cobol intendo), ma quel qualcuno non sono io.
So che magari per qualcuno sono fuori di testa, ma questo era l'unico modo per non impazzire di fronte a tutto questo. Ma come, non bastava cambiare lavoro? No, non bastava. Perchè non era solo il lavoro, perchè era tutto quello che non funziona in Italia ad avermi spinto qui, dove almeno si ha l'impressione che le cose girino per il verso giusto, dove la gente se ti vede in difficoltà è pronta a porgerti la mano, non ad approfittare delle tue debolezze, dove se vuoi riesci ad essere qualcuno e non solamente un numero in mezzo a tanti.
Mi dispiace non essere riuscita a spiegarlo a tutti, non ci sono stati né il tempo né le circostanze adatte. Ad alcuni è sembrato che me ne sia fuggita di soppiatto, ma fidatevi che chi volevo lo sapesse, lo sapeva da mesi.
Non ho tantomeno mai chiesto a nessuno di approvare la mia scelta, ma quelli che l'hanno fatto sono veramente pochi e a loro, e solo a loro, sono grata. Ho chiesto però a qualcuno di fare almeno finta di essere contento per quello che stavo facendo, per il fatto che stavo provando a realizzare il mio sogno di avere una vita migliore. Ma nemmeno quello ho ottenuto.
Ora per me è il momento di essere forte, determinata, positiva, e le chiacchiere di questa gente così come mi sono arrivate all'orecchio se ne spariranno in un soffio di vento. Di quello Australiano. E con le chiacchiere se ne và anche l'incazzatura, perchè, dopotutto, non ne vale la pena.
Io sono in Australia.

venerdì 25 novembre 2011

Cambi di programma


Saranno state le troppe arance viste in questi giorni, sarà stata la serata di ieri sera che ho trascorso a rimuovere le spine che mi si erano conficcate nelle mani, sarà stato che da tre giorni le mani e i polsi mi fanno un male atroce come se ci fosse passato sopra un Tir, sarà che oggi grazie alla pioggia ho un day off per pensare, ho deciso di cambiare i programmi che mi ero data per la mia trasferta down under.
Il piano A era di trascorrere tre mesi qui a Mildura per collezionare gli 88 giorni di lavoro che servono per il secondo WHV, poi tornare a Melbourne, cercare qualche altro lavoro che mi permettesse di guadagnare un po’ di soldini e a giugno iniziare il corso di graphic design.
Sarà che Mildura mi fa schifo (a confronto Marola è un bel paesino, lo dico agli interessati :D), sarà che dopo tre giorni di lavoro mi sento come se ne avessi lavorati 30 (ma invece me ne mancano ancora 85), sarà che di soldi ne guadagno pochi, ma ho deciso di passare al piano B. Per cui venerdì prossimo saluterò Mildura (già mi vedo in autobus, volgermi indietro e gridare: “bye bye you fuckin’ Mildura!”), me ne tornerò a Melbourne e mi troverò un lavoretto come cameriera/kitchen hand. Dopodichè quando sarà giunta l’ora me ne partirò alla volta di Brisbane perché a Febbraio il corso mi attende! Eh si, questo college dove andrò ha tre sedi, Melbourne, Sydney e Brisbane appunto, ma il corso di Febbraio di Melbourne è già tutto esaurito, a Sydney costa 2k dollari più di Melbourne (!), mentre a Brisbane c’era ancora posto e oltretutto costa 2k dollari in meno che a Melbourne!  Quindi stamattina approfittando di un gentile impiegato della library (non “approfittando” nel senso che intendete voi, malfidenti!) ho provveduto a stampare, compilare e inviare il form di iscrizione al corso :D soooooo happy!
Poi il corso dura tre mesi, per cui se tutto và bene a fine maggio sarò già sul mercato a cercare un lavoro come graphic designer :D e avrò ancora 6 mesi di WHV da spendere…
Il piano C rimane ovviamente quello di sposare un australiano :D
Stay tuned, potrei cambiare piano di nuovo, mi sento così piena di nuove idee oggi :)
Ah per la cronaca, dopo le quattro teutoniche ora in camera è la volta della coppietta inglese...Dopo stanotte vi dirò se è meglio fare il soprammobile o il terzo incomodo :)
Un abbraccio
Katia

mercoledì 23 novembre 2011

Australia che vai, Australia che trovi


Dove iniziare… dalle cose belle direi. La cosa bella che ho fatto questo weekend è stata la gita nella giornata di domenica alla Great Ocean Road. Non ci sono parole per descrivere la bellezza di questi posti, vi lascio qui una foto su cui sbavare 


Ok, scherzavo, non questa.
Ma questa

  o questa
 o questa
 o questa

Un ringraziamento particolare và a Giuseppe e Livio per aver reso questa giornata estremamente piacevole e divertente (anche se probabilmente abbiamo fatto incazzare un po’ la guida per i nostri puntuali ritardi, questi italians si fanno sempre riconoscere :D).

Ora iniziano le cose brutte. Lunedi mattina sveglia ore 5.00 (sarebbero state le 5.30 ma la quiete non è di casa in ostello…), e via in stazione a prendere il treno per Mildura. Treno che ha pensato bene di partire con un’ora di ritardo per “motivi tecnici”. Arrivo a Mildura alle 16 circa, fortunatamente dall’ostello sono venuti a prendermi in stazione. Che dire di questo posto?...FA CAGARE!!! Non che mi aspettassi chissà cosa, ma almeno dal sito internet  sembrava carino..col cavolo! E’ estremamente sporco e vecchio…forse non è stata una brillante idea andare come prima cosa nell’ostello più figo di Melbourne, ora a confronto gli altri posti sembrano tutti delle topaie…purtroppo devo stare qui fino a venerdi prossimo, ho già pagato e ovviamente non c’è alcun rimborso se dovessi andarmene in anticipo, anzi credo che si terrebbero pure i  50 dollari di caparra. In aggiunta sono in camera con 4 simpatiche ragazze tedesche che ovviamente non fanno altro che parlare in tedesco in mia presenza, vabbè che l’ho studiato ma non sono qui per rispolverarlo.
Essendo questo un working hostel, agli ospiti viene rimediato un lavoro stagionale, molto spesso valido per il secondo anno di WHV (altrimenti non sarei qui). Diciamo che sono stata fortunata che ho iniziato a lavorare già da oggi, ma essendo l’ultima arrivata ovviamente mi è toccato il lavoro peggiore: orange picking. Ho trascorso quindi 8 ore oggi (dalle 6.30 alle 14.30, più mezz’ora di viaggio all’andata e mezz’ora al ritorno) a tirare giù arance dagli alberi. Non è così male, nel senso che non ci si deve spezzare troppo la schiena o non si è in mezzo al fango, ma il più delle volte ci si deve arrampicare su delle scale fino a 5/6 metri d’altezza per raccogliere ste benedette arance… fortuna che ci sono tante foglie e il supervisore spesso non si accorge di tutte quelle che lascio indietro. La paga ora come ora è commisurata a quanti “bins" vengono riempiti. Questi bins sono enormi casse che stanno in mezzo ai filari, e oggi ho contato che per riempirne uno mi ci sono volute dalle 2 alle 3 ore (dipende da quanto grandi sono le arance, da quante foglie ci sono a rompere le scatole, da quanto picchia il sole, da quanta fame ho…).  In tutto ho collezionato 4 bins, pari a circa 90 dollari, spero domani di fare meglio e non essere di nuovo preda delle crisi di fame che mi hanno messo ko oggi :D Stasera comunque non sono particolarmente provata, a parte tutti i graffi sugli avambracci, sembro aver avuto in incontro ravvicinato con Edward Mani di Forbice e Freddy Krueger messi assieme.
Detto questo, fondamentalmente la ragione del mio scontento è data dalla cessosità dell’ostello…anche se parlando con degli ospiti, molti sono qui da diversi mesi e si trovano bene…sono io che sono troppo esigente e schizzinosa???? Sto quindi approfittando del wi fi in biblioteca per ricercare altri working hostels qui a Mildura, ma stavolta non mi fregano e andrò a vederli in anticipo prima di decidere se cambiare posto o meno :)
A presto! Buone arance a tutti 
Katia
N.B questo post l'ho scritto martedi 22 su Ms word, ma fondamentalmente da ieri a oggi ho aggiunto solamente altri 3 bins in più :P

venerdì 18 novembre 2011

Day 2

Ok, sono ancora qui. Ma come, sono in Australia e sto sempre attaccata a internet a scrivere sul blog? Beh, che dire, è sabato mattina e piove e non avevo più sonno e la mia british roomate con cui oggi dovrei andare a fare un giro in centro è ancora a letto che dorme beata e quindi per ammazzare il tempo...scrivo :) approfitattene finchè ci sono direi...
Resoconto del secondo giorno: prendo il tram per andare a sottoscrivere l'assicurazione Medicare che mi garantisce copertura assicurativa di 6 mesi qui in Australia (è gratis, basta farsi fare un foglio dalla ASL/ULSS di competenza e presentarlo a questi uffici sparsi per la città). Chiedo alla reception dell'ostello dove posso acquistare i biglietti per il tram: "Li puoi comprare a bordo!" "Si ma so che ci vogliono le monetine, che al momento non ho.." "No problem, te le do io!"...e mi cambia 10$...Cioè, avete presente quando in Italia andate dal tabacchino per cambiare i soldi per la macchinetta delle sigarette? (no mamma, non fumo, ma sono storie ricorrenti che ho sentito in giro :D) o quando al supermercato non avete quel benedetto euro per il carrello e dovete andare alla cassa a farvi dare un pò di moneta? Vi guardano tutti come se gli aveste chiesto di donarvi un rene...
Dopo esser stata al Medicare, aver trovato un'impiegata gentilissima (ma perchè sono tutti così gentili e sorridenti?), vado in centro per la missione numero 2 della mattina: il famoso conto in banca. Mi butto nella prima filiale della Commonwealth Bank che trovo, dico che mi serve fare un conto corrente e mi fanno accomodare. Tempo di attesa 5 minuti e si presenta un impiegato indiano (inutile dire, sorridente e disponibilissimo) che in 20 minuti mi apre il conto. Firme apposte: UNA. Da notare, sbrigate le (poche) pratiche burocratiche (ossia, ha fatto tutto lui, io ho messo solo una firma), dice che vuole trattenermi due minuti per una piccola survey sulla soddisfazione del cliente perchè, dice, noi vogliamo offrire al cliente sempre il miglior servizio. Ok, no problem! Mi chiede come valuto, da 1 a 10, il suo operato e in genere i servizi offerti dalla banca. Beh, dopo averci pensato su, mi son detta che dopotutto è stato veramente veloce ed efficace...insomma, gli dico che per me gli darei un bell'8! E' un bel voto 8, no??? NO. Sembrava gli avessi tirato un colpo basso, una coltellata alla schiena o qualcosa del genere..."Ma noi vogliamo offrire al cliente il massimo servizio, il 10 su 10...dica, come posso migliorarmi per avere 10 su 10?"...oh cacchio...cioè, mi pareva brutto dirgli che i 2 punti che non gli ho dato erano dovuti al fatto avevo fatto uno sforzo sovrumano per capire il suo indian australian english...
Tornata in ostello sul mezzogiorno (caldo, caldo e ancora più caldo, e l'autista del tram si era evidentemente dimenticato di accendere l'aria condizionata, anzi, l'ho visto bersi il caffè dal thermos O_o), mi ritrovo una mail dell'impiegato che mi ringrazia tanto tanto per essermi rivolta a lui, che è stato un piacere conoscermi, che mi augura tanta good luck per la mia ricerca del lavoro... Ma sono tutti così qui??
Il pomeriggio, neanche dirlo, ho approfittato del bel tempo per andare in spiaggia (si, lo so, di nuovo... :D). Ecco, è stata la cosa più stupida che potessi fare. Perchè ieri oltre al gran caldo, c'era un vento che pareva la bora di Trieste. E in spiaggia questo vento spostava una indicibile quantità di sabbia (ma và? chi l'avrebbe mai detto!!). Ma a quanto pare io ero l'unica che faceva caso al fatto che c'era una tempesta di sabbia in corso, mi guardavo attorno ed erano tutti felici e contenti e beati, sdraiati a prendere il sole. Ho resistito un'ora e mezza e poi sono tornata in ostello, e durante il tragitto ho incontrato il secondo esemplare tipico australiano: l'uomo a piedi scalzi per la strada. Questo, oltre ad essere a piedi scalzi, portava fiero sulle spalle un pacco da 24 lattine di birra...volevo fargli una foto ma è sparito dalla mia vista prima che potessi estrarre la macchinetta fotografica, forse l'ha inghiottito un tombino perchè è proprio sparito...boh.
Ieri sera sono andata in centro perchè c'era una open night del college di graphic design che vorrei frequentare, è stata veramente una presentazione interessante, quante cose si possono imparare a questo mondo... Una di queste è che a Melbourne possono esserci 35 gradi quando entri in un edificio, e quando ne esci dopo un'ora ce ne sono 15 con tanto di pioggia battente :-/
Detto questo, continua a piovere anche stamattina, ma spero che la pioggia com'è arrivata se ne vada :)
Ah, dicevo, ho conosciuto questa ragazza inglese con la quale dovrei andare in centro oggi, simpatica ma quanto parla! In più parla british, e voi lo sapete quale sia la mia avversione per il british english...oserei dire che l'australiano è più comprensibile :) poi in camera ci sono anche due ragazze svedesi e stamattina ho conosciuto una ragazza svizzera e una francese...Europe rulez :)
A presto!
Ciao
Katia

giovedì 17 novembre 2011

Day 1

Approfitto finchè sono in mezzo alla civiltà per aggiornare il blog (altrimenti inutile :D), preparatevi ad un post tremendamente soporifero...
Che dire, sono arrivata ieri sera dopo 13 interminabili ore di volo da Doha, che ho scoperto essere in Qatar, avendo volato con la Qatar Airways...A proposito, grazie grazie grazie che mi hai permesso di guardarmi How I Met Your Mother anche a 10mila metri di quota. E grazie per gli AC/DC, Depeche Mode, Dire Straits, Bruce Springsteen...Atterrare a Melbourne con nelle orecchie Back in Black ha il suo perchè...Love you, Qatar Airways :D
Durante il volo ho visto mano a mano delinearsi le coste e il territorio dell'Australia, con l'Oceano che si infrangeva sul reef, con la terra rossa del deserto solcata dai fiumi in secca che parevano vene disegnate nel terreno, immense distese di nulla attraversate di quando in quando da una strada sterrata sulla quale si intravedeva correre ogni tanto un'automobile, o più probabilmente un van di qualche folle backpacker alla ricerca di avventura in mezzo all'outback :)
Dicevo, sono atterrata, ho attraversato una dogana decisamente meno ostile di quella statunitense, niente telecamere negli occhi e impronte digitali per esempio, ma un simpatico impiegato che mi ha augurato buona permanenza e buon divertimento...thanks mate!
Salgo sullo Skybus per il centro città e subito incontro un tipico esemplare che caratterizza la fauna locale: ragazzo vestito di canotta, bermuda e infradito :) da notare che ieri sera c'erano 15°.
Arrivo a Southern Cross Station e da lì prendo il taxi per l'ostello, a guidarlo c'è un tipo che pare Jeff Bridges ne The Big Lebowski...ma un pò più vecchio. Gli do indicazioni per arrivare a destinazione (mostrandogli un foglio con l'indirizzo e dicendogli "io devo andare qui"), poi comincia a fare domande su da dove arrivo, quanto sto qua e blablabla...e subito fallisco nella mia missione del non rivelare la mia nazionalità. Mi son detta "dai, è il tassista, posso anche dirgli che sono italiana..."...ERRORE!! "So, Mr Berlusconi resigned, ah? He has been Prime Minister for such a long time (a chi lo dici, caro) Now you have a new one, right?"...maledetto tassista che guardi i tg, e io che pensavo che vivessi nel microcosmo della tua stupida macchina gialla e sapessi solo consigliarmi sui migliori night club della città.
Arrivo in ostello dopo aver lasciato 20$ al mio amichetto politicamente informato, check in e salgo in camera, anzi, nel dorm da 10 letti. Ah si, lungo le scale una scia di vomito sulla moquette e il tipo dello staff che cercando di pulire mi guarda con aria afflitta e mi dice "Sorry.."..cominciamo bene!
Ora, immaginate ora di arrivare in una stanza all'una di notte, stanchi e stufi dopo un intero giorno di viaggio, trascinando le valigie, imprecando e sbuffando...e provare a fare "piano" perchè c'è gente che dorme. Appunto, impossibile. In aggiunta ho dovuto pure accendere la luce per vedere almeno dove mettere i piedi (che so, magari l'artefice delle schifezze lungo le scale era una mia roomate...fortunatamente no). Ho quindi svegliato mezzo dorm (l'altro mezzo era giù a fare casino), mi sono arrampicata in qualche maniera sul letto a castello e mi sono buttata a dormire, presa dai rimorsi per aver turbato il sonno delle dolci beate fanciulle che condividono con me la camera. Questi rimorsi sono poi spariti durante il resto della notte, quando la metà festaiola è rientrata il camera ad ore improbabili (l'ultima l'ho sentita arrivare stamattina alle 6).
Stamattina mi sono alzata piuttosto presto, speravo di trovare a colazione il leggendario Vegemite, invece mi sono dovuta accontentare del burro d'arachidi...mi sa che dovrò acquistarlo per provare l'ebbrezza di assaggiarlo :)
Oggi nulla di rilevante, ho fatto la spesa per poter sopravvivere qualche giorno qui in ostello, ho acquistato un cellulare con relativo numero Aussie +61 0448569538 e poi non ho potuto resistere, è stato più forte di me...sono andata in spiaggia :) sapendo che il sole quaggiù fa male, non come quel tenue tepore che abbiamo a Jesolo, mi sono armata di crema solare protezione 30. Il problema è che sulla schiena non c'è nessuno che me la spalma (o almeno, non ancora...), quindi mi ritrovo ora ad avere un color cioccolato al latte sul davanti, e un color aragosta intenso sulla schiena...
Inoltre oggi dopo aver conquistato la scheda Telstra ho provveduto a chiamare la tipa dell'ostello a Mildura che avevo contattato qualche giorno fa (ma che per email non mi aveva più risposto), si è detta entusiasta (!) del mio arrivo e lunedi mi viene a prendere alla stazione...che carini questi australiani :)
Quindi, dovrete aspettare almeno lunedi per sentirmi parlare di ragni giganti, scarafaggi, locuste e invasioni di cavallette assassine...e di fattori :)
Ciao!
Katia


lunedì 14 novembre 2011

Una valigia decisamente troppo leggera

Non ho parole.
Io sto per intraprendere un viaggio che mi porta dall'altra parte del globo terracqueo per un periodo di tempo di minimo un anno, e mi ritrovo con uno zaino che pesa...15kg??? Neanche per andare un weekend alle terme non ho mai avuto una valigia così leggera, c'è qualcosa che non và...
O forse più semplicemente ho inconsciamente realizzato che è giunta l'ora di lasciarmi alle spalle le cose inutili, pesanti, vecchie, che portavo con me solo per abitudine. Necessito dell'essenziale per ricominciare, il superfluo può rimanere nei cassetti (ed eventualmente venire cestinato alla prossima ispezione materna).
Ci sono però poi cose che vorrei portare con me, ma che purtroppo non riesco a far stare in valigia
  • Alessio
  • Achille
  • la mia bici da corsa
  • le partitelle a basket al campetto
  • le botte che davo e ricevevo al campetto :)
  • la mia squadra di basket!! Ciao VIS!!
  • gli aperitivi con Laura
  • le passeggiate all'Isola dei Morti
  • i tuffi nel Piave
  • le pause caffè e i pranzi al Lisbona (e le maxipiadine del Lisbona)
  • il lupus e le giornate ludiche da Tonio
  • i tornei di scopone scientifico (e i dogmi)
  • le serate in Gastaldia (quando ci lavoravo)
  • il mercato di Pieve il sabato mattina
  • L'Oasi 2000 e Splendor special guest
  • ...
  • ...
  • ...
  • il COBOL....NO, QUESTA E' UNA CAZZATA!!!!!
Detto questo, vorrei ringraziare tutti coloro che in questi mesi di preparazione, ripensamenti (pochi), emozioni (tante), mi sono stati vicini e mi dicevano che stavo facendo la cosa giusta. Grazie, perchè senza di voi sarebbe stato tutto tremendamente più difficile. Grazie, perchè mi avete fatto capire che ci sono tante persone che mi vogliono bene.

Prossimo post live from Melbourne!
Keep in touch
Katia

domenica 6 novembre 2011

Preparativi

Eccomi qua, a grande richiesta sono pronta a documentare quella che sarà la mia esperienza Downunder...per ora mi dispiace ma dovrete accontentarvi dei preparativi, parto tra 9 giorni, destinazione Melbourne :)
All set? I hope so :) vediamo:
  • biglietto aereo: ce l'ho 
  • visto: ce l'ho 
  • passaporto: ce l'ho, anche se con la marca da bollo da rinnovare 
  • patente internazionale: non che mi ispiri molto guidare dalla parte "sbagliata", ma non si sa mai 
  • certificato ULSS per Medicare: ce l'ho 
  • IELTS: ce l'ho 
Che mi manca? La valigia....argh!!! Ho sapientemente acquistato un bellissimo zaino da 75lt, dovrei però ora fare selezione tra tutta la roba che vorrei portare con me per rientrare nei 23kg che i signori Qatar Airways mi permettono di caricare in aereo...Che poi, è mai possibile, per i voli TransATLANTICI (= per le Americhe) posso portarmi due valigie, ma per andare in Australia no...ma perchè??? E' forse meno distante?? Fa sempre caldo e posso stare tutto il santo giorno in bikini e quindi non mi servono i vestiti?? Magari :D Vallo a sapere...
Seguiranno info su cosa deciderò di portare con me e cosa invece dovrà inesorabilmente rimanere indietro.
Chissà, forse è veramente giunta l'ora di lasciare dietro di me qualcosa che magari ritenevo fondamentale ma invece in realtà non lo è, o forse sbaglierò e dimenticherò inconsapevolmente o meno qualcosa che invece è per me di vitale importanza...Chi lo sa, devo partire per scoprirlo...keep in touch!
Cheers, Katia