domenica 29 gennaio 2012

Scusate...

Lo so che sono la regina dei malpensanti, ma quando la vostra lercia, antipatica, stupida coinquilina cinese vi lascia certe cose in bella vista nella pattumiera, forse pensereste male pure voi.


sabato 28 gennaio 2012

Diamoci un taglio

Quando si decide di emigrare, o almeno di andare a vivere per un pò da qualche altra parte che non sia a casa con mamma e papi, la prima decisione da prendere è quella del viaggio. Come ci arrivo fino a lì, cosa porto con me, dove andrò a dormire le prime notti.
Una volta arrivati, ci si guarda attorno. Inizi a fare delle passeggiatine nei dintorni dell'ostello, chiedi un pò alla reception come funziona il trasporto pubblico, perchè una cosa è leggerlo su internet, un'altra è capire sul posto se sto prendendo il tram nella giusta direzione. Sfrutti più a fondo la cortesia e la pazienza della tipa alla reception e ti fai dire dove puoi acquistare un telefono a poco prezzo e magari fare pure la spesa in un posto diverso dal 7Eleven, che in certi casi può andare bene quando hai un bisogno impellente di patatine e Coca Cola alle 3 di notte, ma non è molto salutare, né per se stessi, né per il portafoglio.
Quando poi ti sei propriamente sfamato e hai capito in che parte del mondo sei, giunge il momento di trovarsi magari un lavoretto (per chi vuole...per gli altri ci sono un mucchio di altre attività interessanti che però non ho sperimentato). Ti attacchi 8 ore al giorno a gumtree, dai un'occhiata agli annunci e magari ti aiuti con google maps per capire se ti stai candidando per un lavoro nel ristorante dietro l'angolo o se quel locale in un'anonima "Melbourne Region" o "Bundoora" o "Mooroolbark" si trova a 30km da dove sei tu.
Quando poi inizi a lavorare, ecco che entra in gioco la routine. Organizzi le tue giornate in base ai tuoi shifts, della serie "domani non lavoro ma si posso andare in spiaggia", inizi pure a farti degli amici perchè dopotutto a meno che tu non sia un animale asociale, con qualcuno ci parlerai, o a casa o al lavoro. Insomma, si comincia a rilassarsi e farsi piacere il trascorrere delle giornate.
Arriva però un giorno in cui ti alzi la mattina, reduce da tre giorni in cui hai totalizzato 15 ore di sonno e 35 di lavoro, ti guardi allo specchio e, oltre spaventarti di fronte alle occhiaie e alle ustioni di secondo grado che hai rimediato addormentandoti per sbaglio due ore in spiaggia, realizzi che quel groviglio informe che sta sulla tua testa deve in qualche modo sparire. Insomma, c'è bisogno di un parrucchiere.
Ricordi allora di aver visto un paio di saloni da parrucchere nelle vicinanze di dove vivi, così alla prima occasione utile ti soffermi per dare un'occhiata. Nel primo, un foglio scritto in piccolissimo in vetrina recita "Michael: haircut 60$", "Susy: haircut 80$", "Roger: haircut 120$". Per prima cosa ti chiedi cosa renda Michael così sega visto che il suo taglio costa la metà di quello fatto da Roger, e in ogni caso decidi di passare oltre. Il secondo salone non ha alcun prezzario esposto, per cui decidi di entrare e chiedere quanto costa il taglio e magari pure il colore. La tipa spiega che possono farti il colore solo davanti, solo dietro,a metà testa o a testa intera, la guardi con un'espressione alla "Mi prendi per il culo??", ti comunica dei prezzi che ti fanno lasciar perdere ogni velleità di ripristinare una bionda chioma, la saluti dicendo che ci pensi e magari telefonerai per prenotare mentre mentalmente la mandi affanculo.
Arrivi quindi a pensare che magari una macchinetta Philips sia un investimento più che sensato in questo particolare momento della vita e che magari puoi chiedere alla tua coinquilina cinese psicopatica di darti una mano, affrontando pure il rischio che si avventi sulla tua giugulare e che faccia sparire i resti del tuo corpo sottoforma di involtini primavera.
Poi ti viene in mente che qualche tua collega abita nei dintorni e che magari l'esigenza di tagliarsi i capelli ce l'avrà pure lei, per cui la sera al lavoro le stressi l'anima finchè non ti dice quello che vuoi sapere, ossia che c'è un economico parrucchiere nei dintorni del campus universitario che agli studenti applica tariffe ridotte. Chissenefrega se non sono studente, mò ci provo.
Ti rechi quindi in questo pittoresco locale, con un sorriso saluti la proprietaria dai lineamenti thailandesi, scopri che viene da Laos quindi non ci sei andata proprio tanto distante, le dici che sei una povera studentessa della Swinburne University, che una tua amica ti ha raccomandato di venire qui e a queste parole fai breccia nel cuore dell'asiatica che da quel momento diventa la tua migliore confidente per tutta la successiva mezz'ora.
Te ne esci con un taglio forse un pò troppo corto di quello che avevi immaginato, ma almeno col portafoglio non troppo provato.
Per il biondo decidi per la prima volta di affidarti ai vari Garnier e L'Oreal, perchè se lo fa mia nonna posso farlo pure io, e dopo aver trascorso al supermercato un buon quarto d'ora di fronte allo scaffale dei prodotti per capelli, opti per un biondo "Scandinavia", giusto perchè se qualcuno dice "Finland" una buona ragione ce l'abbia.

giovedì 26 gennaio 2012

La Geografia non è un'opinione - part 2

"Sweden?"
"No..."
"Danemark?"
"No..."
"Germany?"
"No..."
"Spain?"
"No!" (accompagnato da faccia scandalizzata)
"Switzerland?"
"No...but you're close!"
Sorriso illuminato da un improvviso barlume di comprensione:"Aaaahhhh!!! Finland!!!"

WTF???

domenica 15 gennaio 2012

Due mesi

Due mesi che guardo a destra prima di attraversare la strada.
Due mesi che mi dirigo sempre dalla parte sbagliata quando devo salire in macchina lato passeggero.
Due mesi che i semafori fanno quello strano rumore che sembra uno sbattere di pentole quando devono attraversare i pedoni.
Due mesi e devo ancora pensarci su per prendere il tram dal lato corretto della strada.
Due mesi che vedo più Iphone e Ipad in un vagone del tram che in un Apple Store.
Due mesi che per scegliere le patatine al supermercato ci impiego un quarto d'ora.
Due mesi e vale la stessa cosa per il tonno.
Due mesi che due vie hanno lo stesso nome anche se stanno in due parti opposte della città.
Due mesi che la gente mi chiede "How you doing?" anche se non gliene frega un cazzo.
Due mesi che ho imparato a dire "How you doing?" anche se non me ne frega un cazzo.
Due mesi che inorridisco quando vedo mangiare una pizza con uno skinny latte.
Due mesi che provo a mangiare una pizza con uno skinny latte ma mi và di traverso prima di iniziare.
Due mesi e ho imparato ad ordinare un caffè da Starbucks senza apparire una spastica.
Due mesi e ho imparato che ai coreani piace far festa.
Due mesi e ho imparato dov'è la Nuova Caledonia.
Due mesi e nessuno indovina la mia nazionalità al primo tentativo.
Due mesi e nessuno la indovina nemmeno al secondo e al terzo tentativo.
Due mesi che mi metto la crema solare altrimenti mi scotto.
Due mesi e non ho ancora capito se il sole a mezzogiorno sta a nord o a sud.
Due mesi e devo ancora notare se il vortice dell'acqua nel lavandino gira al contrario.
Due mesi e devo ancora disfare completamente la valigia.
Due mesi e tra tre settimane dovrò rifare di nuovo la valigia.
Due mesi che sorrido a vedere mamma e papà che si litigano la webcam per vedermi su skype.
Due mesi e anche se sto in città se guardo in su riesco a vedere le stelle.
Due mesi e mi stupisco ancora di quanto il cielo sia BLU da queste parti.
In quattro parole, due mesi d'Australia.

venerdì 6 gennaio 2012

la Geografia non è un'opinione

Serata affollata al ristorante. Porto un paio di birre ad un tavolo e subito ovviamente si nota dal mio accento che non sono del posto.
Tizio: "Are you Dutch?"
Io: "No"
Tizio: "Mmmm...French?"
Io: "No. But I'm still european"
Tizio (scocciato): "Yeah, we know that. German?"
Io:"No"
Tizio:"Swiss?"
Io:"No"
Tizio:"Swedish?"
Io:"No"
Tizio:"Serbian?"
Io:"No"
Tizio:"I don't know if there are other european countries left!"

O_o

Evidentemente per gli australiani l'Italia sta in Africa.

mercoledì 4 gennaio 2012

Frammenti di ordinaria quotidianità

Dopo i miei deliri natalizi e di inizio anno, è giunta l'ora di rallegrarvi di nuovo con un noiosissimo post che racconta le mie giornate in quel di Hawthorn.
Hawthorn è un ridente e fiorito sobborgo ad est di Melbourne, in cui la principale ludica attività per la gente del posto consiste nell'andare a correre la mattina ai Central Gardens, nel portare i bambini a giocare ai Central Gardens, nel fare i barbecue ai Central Gardens (magari del barbecue parlerò in un futuro post...essendo attività ludica nazionale, in concomitanza della non meno nota "alzata di gomito", merita particolare attenzione).
Come avrete capito, ad Hawthorn ci sono i Central Gardens. Per non essere da meno della gente del posto, approfitto anch'io dell'ospitalità di tale spazio pubblico stendendo quotidianamente il mio azzurro telo mare sulla verde erbetta e trascorrendo così oziosamente sotto il sole le mie ore libere prima di recarmi al lavoro.
Nei giorni in cui non devo andare al lavoro, che variano da 0 a 4 in maniera inversamente proporzionale al livello di simpatia che ha il supervisor nei miei confronti al momento di stilare i turni settimanali, estendo i miei orizzonti al di là dei Central Gardens addirittura sino a St Kilda Beach.
La mia casetta ad Hawthorn non è molto diversa dalle altre casette di Hawthorn, ossia si estende su un piano solo ed è circondata dal verde. Io non vedo di buon occhio tutto questo verde, poichè verde = natura = ragni, e a me i ragni australiani non hanno mai ispirato molta simpatia. Motivo per cui mi aggiro per casa con circospezione ispezionando minuziosamente tutti gli angoli e le fessure nel mio cammino. Inoltre vivo attimi di puro terrore ogni volta che devo raccogliere i panni stesi ad asciugare, temo sempre di trovare qualche pelosa presenza dentro un calzino.
In casa al momento siamo in tre. Io e due ragazze cinesi. Potrei dire anche due "presenze", due "spiriti", due "ombre", che tanto non cambierebbe molto. Trascorrono tutto il loro tempo chiuse nelle loro rispettive camere, evitano scrupolosamente di entare in contatto con chiunque. Per fare un esempio, se io sono in cucina, loro non entrano in cucina se non quando io esco, se io entro in cucina quando c'è una di loro, questa getta un gridolino, raccoglie le sue cose e fugge in camera. Oppure nella migliore delle ipotesi accenna un timido "Hi" e finisce in fretta e furia di cucinare o di fare quello che stava facendo. Fino a domenica scorsa c'era anche Matt, un simpatico ragazzo tedesco che non perdeva occasione di soffermarsi sulla soglia di camera mia e di raccontarmi i minimi particolari della sua giornata pur se non interpellato. Quasi quasi inizio a sentire la sua mancanza, almeno facevo un po' di conversazione! Ha comunque confermato anche lui lo strano comportamento delle coinquiline asiatiche, posso ritenermi sollevata di non essere io la causa del loro bizzarro modo di fare. E' stato comunque Matt a farmi fare la conoscenza dei Central Gardens, ovviamente organizzando un barbecue per festeggiare la sua dipartita da Melbourne.
Lavorativamente parlando, come sopra accennato, passo da settimane in cui lavoro tutti i giorni a settimane in cui lavoro solamente tre sere a settimana, evviva il lavoro part time!!L'ambiente di lavoro però è molto piacevole, e i colleghi sono uno spasso. Ho trascorso assieme a loro la giornata di Santo Stefano (Boxing Day), la sera di capodanno e soprattutto un fantastico primo dell'anno in spiaggia (e io che continuavo a ripetermi "cavolo, è il primo gennaio e io sono in spiaggia con 35 gradi?!?!?") a base di birra, musica e tante risate...Mi mancheranno quando me ne andrò a Brisbane!

A presto!
Katia

P.s. se non scrivo nulla nell'immediato futuro, probabilmente è perchè non succede nulla di interessante da scrivere...o perchè mi ha mangiato un ragno.

lunedì 2 gennaio 2012

Happy new year!


"I migliori auguri per un anno sereno e che tu possa esaudire i tuoi sogni"

La mamma ha sempre le parole giuste al momento giusto.
 
Visto che sono buona vi lascio una fotina (anche se non si vede molto, gli strumenti sono quelli che sono) di quello che è stato l'inizio del mio 2012.



Happy New Year!!!!