martedì 21 maggio 2013

Del Chemist Warehouse, Hotels e altre cose strambe

Vengo INGIUSTAMENTE colpevolizzata che non scrivo più.
Si, ok, ammetto di essere stata un pò slack ultimamente, complice il fatto che a casa non ho la connessione internet. Ne ho abbastanza di computer dopo una giornata di lavoro...
Scherzi a parte, ok mò che ve racconto, visto che la mia vita qui ha preso la via della routine sveglia-palestra-lavoro-palestra-cena-letto-repeat.
...
Ok, visto che insistete, vi racconto del mio negozio preferito. Il CHEMIST WAREHOUSE. Oh yeah. Potrei trascorrerci ore lì dentro, il problema è che la mia pausa pranzo è limitata.
Vorrei precisare che sto benissimo, scoppio di salute, non becco un raffreddore da mille giorni. Quindi che ci faccio in farmacia? Semplice, qui la farmacia è un posto fichissimo. C'hanno quattro scaffaloni pieni fino al soffitto di supplementi iperproteici, vitamine, roba che ti fa diventare più magro, più grosso, più intelligente, più sveglio, meno stressato, più sorridente, più bello, più fico. E poi otto miliardi di creme, cremine, cremette,  trucchi, profumi, roba per lavarsi, roba per pulire il cesso, roba da mangiare, da bere, da fumare (per uso medicinale ovviamente).

Ah si, vendono anche medicine. E mentre aspetti che il tizio estragga quello che ti serve dagli scaffali nel retro (perchè no, non le tengono in vista), ti danno un buzzer che si mette a vibrare e a fare un casino becco quando finalmente il farmacista riemerge tutto impolverato dal retrobottega con quello che ti serve.

Ecco, più scrivo e più mi vengono in mente cose strambe. Quel buzzer di cui sopra mi fa venire in mente che forse il concetto australiano di hotel è un pò diverso da quello che può sembrare.
L'hotel italiano è quel posto un pò triste e squallido e arredato in maniera obbrobbriosa, dove ti danno una chiave con un ridicolosamente enorme portachiave in simil-ottone col numero di stanza, dove la cucina fa in media schifo e eviti come la peste di cenare da solo in una sala da pranzo dove gli unici avventori siete tu e un vecchio grasso che succhia il minestrone dal cucchiaio facendo un rumore da cesso intasato mentre legge il Corriere e in tv passa il Tg3.
L'hotel australiano è diverso. L'hotel è di norma il posto dove si và in settimana a mangiare a quasi gratis (perchè hanno in ogni dove le mitiche serate "mangi 2 paghi 1", "steak and chips $10", "special mexican burrito $4") e dove il weekend - più o meno dal venerdi alle 5 alla domenica alla stessa ora - c'è un fracasso di gente, musica dal vivo, ci si sbronza e si mangia come maiali, perchè tutto sommato la cucina non è neanche male. E appunto, quando ordini ti danno un buzzer che vibra e fa casino quando la tua bistecca è pronta e te la vai a prendere al banco.
Che poi abbiano stanze in questi hotel io non lo so...probabilmente si, per coloro che collassano.

Poi di norma quando esci dall'hotel e ti metti in macchina per andare a casa - diciamo verso le 4 di domenica pomeriggio - ti metti in colonna perchè l'unica strada è bloccata da una pattuglia della polizia che gentilmente invita l'autista a fare l'alcool test. E nessuno protesta, perchè nessuno è così cretino da mettersi in macchina sbronzo e rischiare di beccare una denuncia e di andare in tribunale - perchè la guida in stato di ebbrezza è un reato penale.

Ah, penalmente parlando, ho dovuto far la richiesta del certificato penale, italiano e australiano.
Australia: vai sul sito internet, inserisci nome, cognome, numero della patente, paghi, stampi due fogli, firmi, scannerizzi e invii il tutto via email. Certificato in mano in due settimane.
Italia: vai sul sito, stampi i moduli compreso il modulo di delega, spedisci i moduli via piccione viaggiatore sperando che in due settimane la lettera arrivi in Italia, mandi la mamma in tribunale a portare i moduli, mandi la mamma a prendere i certificati dopo una settimana, dai il tuo indirizzo alla mamma per spedirti i certificati col piccione di ritorno. Tempo trascorso: 4 settimane. Certificati non ancora pervenuti nella cassetta della posta. Ma quando cazzo ci metteremo al passo col resto del mondo?? Ah, ma abbiamo il digitale terrestre.