So che voi 25 lettori vi state chiedendo che fine abbia
fatto, se sono stata inghiottita da un cratere apertosi sotto l’autobus che mi
portava lontano da Mildura o se mi si è rovesciato addosso un bin di arance
facendomi morire per una dose massiccia di vitamina C… niente di tutto ciò.
Sono giunta sana e salva a
Melbourne e al momento alloggio in un ostello nella Chinatown
melbournense. O si dice melbourniana? Melbourniota? Vabè insomma, gavè capio.
Vorrei aprire per un attimo il capitolo ostello.
A me piace e ho già prenotato la seconda settimana qui. Non è niente di eccezionale, è piuttosto piccolo ma mi piace così, è più intimo, ci si arriva a consocere tutti dopo pochi giorni, è inoltre piuttosto cheap e soprattutto sono in un dormitorio...da tre persone. Col mio fantastico letto da una piazza e mezza. AWESOME!!!
Un cenno particolare lo meritano i miei roomates: la prima
notte mi son ritrovata con due ragazzi, Ian from England e Paco from Spain
(dove sennò?!?). Incredibilmente simpatici e la sera siamo andati addirittura a
bere una birra assieme.
Il giorno successivo ho avuto l'onore di incontrare due donne delle Norrlands. Per chi non lo sapesse, le Norrlands sono la regione più settentrionale della Svezia. Dalle descrizioni che ne avevo ricevuto (indovinate da chi... :D) pensavo di dover avere a che fare con un paio di Uruk-Hai che comunicano tramite grugniti e cenni del capo, invece sono entrambe molto simpatiche e carine (e parlano inglese). Però...sono un pò strane. Prima di tutto, devono avere qualche nostalgia del loro paese natìo in questo particolare periodo dell'anno in cui non c'è molta luce, altrimenti non mi spiego la loro iperattività nei periodi che vanno dalle 5 alle 8 di mattina e dalle 21 in poi. O forse hanno qualche parente in Transilvania. Il resto del tempo comunque, dormono. Nello stesso letto. A tale riguardo sto formulando alcune ipotesi:
-
Sono lesbiche (ipotesi banale)
- Avendo loro a disposizione il letto a castello (perché
il singolo non me lo toglie nessuno), soffrono entrambe di vertigini (ipotesi
sensata)
- Con la stessa premessa dell’ipotesi precedente, sono cosi
piccole che non riescono a salire sul letto di sopra (ipotesi presuntuosa)
- Hanno freddo (ipotesi idiota, sono svedesi!)
Altre ipotesi sono comunque accettate.
La scorsa notte è stata la loro ultima notte nella mia
camera, ora si spostano nel dormitorio da 10. Non se ne vanno perché hanno
paura di me, ma solamente perché i loro letti erano già stati prenotati in
precedenza. A breve quindi conoscerò nuovi inquilini
A pensarci bene, potrebbero comunque avere paura di me,
dovuta in particolare alla trentina di cm che intercorrono tra la mia e la loro
testa.
Passiamo al capitolo lavoro.
Sabato, avevo una interview con un tizio in un locale a St
Kilda. Avevamo stabilito questa interview la settimana precedente, a me
sinceramente era parso strano, però non avendo più ricevuto notizie da parte
sua, ci sono andata lo stesso. Inutile dire, arrivo lì, mi saluta calorosamente
ma mi dice che il posto era già stato preso. Ma cazzo dico io, mandami un
messaggio, fammi una telefonata per dirmi di non prendermi il disturbo di
venire, no?? Bah.
Mi sono quindi armata di curriculum, ringraziando la Public
City Library di Melbourne che diventerà mia grande amica nei giorni a venire, e
utilizzando il classico metodo, mi sono incamminata in Lygon Street e mi sono infilata
in ogni locale che incontravo lungo la strada (ossia, uno ogni dieci metri).
Lygon Street è la strada dalla quale sono stata avvertita di starmene ben
distante, perché pullulante di ristoranti italiani, gestiti da italiani, che si
comportano ovviamente da italiani. Ciò vuol dire, lavorare come negri e paghe
da fame. Mio papà mi ha sempre però insegnato che “quando l’acqua toca el cul,
se impara a noar” (quando l’acqua tocca il culo, si impara a nuotare). Per cui,
ho pensato, mi trovo al momento un qualsiasi lavoro che mi permetta di
guadagnare due soldi, ma nel frattempo vado ancora in cerca di altro. Detto,
fatto.
Da domenica quindi lavoro in un ristorante italiano gestito
da siciliani, ma mi sto facendo in quattro tra spedire cv e interviews, e
stasera ho un trial in un nuovo locale che sembra un po’ più serio e dove
almeno vengo pagata di più (o almeno così mi ha detto il titolare).
Da notare che per cercare lavoro qui bisogna essere degli
autentiche facce di bronzo. Faccio
un esempio.
Io: “Hi
there! I was wondering if you’re looking for wait staff”
Tizio del locale (spesso un cameriere capitato li per
sbaglio): “Ehhh..yeah…how long are you staying here in Melbourne?”
Io: “I just
arrived two weeks ago, but I’m planning to stay here at least one year!” (BALLA!!!)
Tizio:”Mmmm..ok…where
are you living?”
Io:”Oh,
just a couple of blocks down the street!” (BALLA!!!)
Tizio:”Mmmm..ok…do
you have any experience?”
Io:”Oh,
yes, I worked three years in Italy as a waitress in a restaurant!” (Nel
mio caso non è una balla, ma nella maggior parte dei casi si :D)
Tizio:”Mmmm…ok…can
you make coffee? Cappuccino?”
Io:”Yes, I do!” (BALLA!!!)
Dopodichè vi chiede di lasciare il cv e FORSE verrete
richiamati :D Nella migliore delle ipotesi vi chiedono subito quando siete
disponibili per un trial, e già lì so che la strada per me si fa in discesa perché
dopotutto, caffè a parte e qualche difficoltà a capire cosa vuole un vecchio
quando mi chiede un Bondi Rhum (che viene pronunciato come “bandi ram” O_o),
non me la cavo affatto male.
Per il resto non và malissimo, in ostello non c’è internet
ma la city library non è molto distante, la cosa più grave al momento è che quindi
non posso scaricarmi le puntatine di How I Met your Mother.
Vi farò sapere se riuscirò a sfuggire dalle grinfie dei
mafiosi siciliani. Per ora ne approfitto mangiando gratis ogni sera un piatto di pasta
che altrimenti mi verrebbe a costare sui 25 dollari.
Keep in touch!
Katia