sabato 28 gennaio 2012

Diamoci un taglio

Quando si decide di emigrare, o almeno di andare a vivere per un pò da qualche altra parte che non sia a casa con mamma e papi, la prima decisione da prendere è quella del viaggio. Come ci arrivo fino a lì, cosa porto con me, dove andrò a dormire le prime notti.
Una volta arrivati, ci si guarda attorno. Inizi a fare delle passeggiatine nei dintorni dell'ostello, chiedi un pò alla reception come funziona il trasporto pubblico, perchè una cosa è leggerlo su internet, un'altra è capire sul posto se sto prendendo il tram nella giusta direzione. Sfrutti più a fondo la cortesia e la pazienza della tipa alla reception e ti fai dire dove puoi acquistare un telefono a poco prezzo e magari fare pure la spesa in un posto diverso dal 7Eleven, che in certi casi può andare bene quando hai un bisogno impellente di patatine e Coca Cola alle 3 di notte, ma non è molto salutare, né per se stessi, né per il portafoglio.
Quando poi ti sei propriamente sfamato e hai capito in che parte del mondo sei, giunge il momento di trovarsi magari un lavoretto (per chi vuole...per gli altri ci sono un mucchio di altre attività interessanti che però non ho sperimentato). Ti attacchi 8 ore al giorno a gumtree, dai un'occhiata agli annunci e magari ti aiuti con google maps per capire se ti stai candidando per un lavoro nel ristorante dietro l'angolo o se quel locale in un'anonima "Melbourne Region" o "Bundoora" o "Mooroolbark" si trova a 30km da dove sei tu.
Quando poi inizi a lavorare, ecco che entra in gioco la routine. Organizzi le tue giornate in base ai tuoi shifts, della serie "domani non lavoro ma si posso andare in spiaggia", inizi pure a farti degli amici perchè dopotutto a meno che tu non sia un animale asociale, con qualcuno ci parlerai, o a casa o al lavoro. Insomma, si comincia a rilassarsi e farsi piacere il trascorrere delle giornate.
Arriva però un giorno in cui ti alzi la mattina, reduce da tre giorni in cui hai totalizzato 15 ore di sonno e 35 di lavoro, ti guardi allo specchio e, oltre spaventarti di fronte alle occhiaie e alle ustioni di secondo grado che hai rimediato addormentandoti per sbaglio due ore in spiaggia, realizzi che quel groviglio informe che sta sulla tua testa deve in qualche modo sparire. Insomma, c'è bisogno di un parrucchiere.
Ricordi allora di aver visto un paio di saloni da parrucchere nelle vicinanze di dove vivi, così alla prima occasione utile ti soffermi per dare un'occhiata. Nel primo, un foglio scritto in piccolissimo in vetrina recita "Michael: haircut 60$", "Susy: haircut 80$", "Roger: haircut 120$". Per prima cosa ti chiedi cosa renda Michael così sega visto che il suo taglio costa la metà di quello fatto da Roger, e in ogni caso decidi di passare oltre. Il secondo salone non ha alcun prezzario esposto, per cui decidi di entrare e chiedere quanto costa il taglio e magari pure il colore. La tipa spiega che possono farti il colore solo davanti, solo dietro,a metà testa o a testa intera, la guardi con un'espressione alla "Mi prendi per il culo??", ti comunica dei prezzi che ti fanno lasciar perdere ogni velleità di ripristinare una bionda chioma, la saluti dicendo che ci pensi e magari telefonerai per prenotare mentre mentalmente la mandi affanculo.
Arrivi quindi a pensare che magari una macchinetta Philips sia un investimento più che sensato in questo particolare momento della vita e che magari puoi chiedere alla tua coinquilina cinese psicopatica di darti una mano, affrontando pure il rischio che si avventi sulla tua giugulare e che faccia sparire i resti del tuo corpo sottoforma di involtini primavera.
Poi ti viene in mente che qualche tua collega abita nei dintorni e che magari l'esigenza di tagliarsi i capelli ce l'avrà pure lei, per cui la sera al lavoro le stressi l'anima finchè non ti dice quello che vuoi sapere, ossia che c'è un economico parrucchiere nei dintorni del campus universitario che agli studenti applica tariffe ridotte. Chissenefrega se non sono studente, mò ci provo.
Ti rechi quindi in questo pittoresco locale, con un sorriso saluti la proprietaria dai lineamenti thailandesi, scopri che viene da Laos quindi non ci sei andata proprio tanto distante, le dici che sei una povera studentessa della Swinburne University, che una tua amica ti ha raccomandato di venire qui e a queste parole fai breccia nel cuore dell'asiatica che da quel momento diventa la tua migliore confidente per tutta la successiva mezz'ora.
Te ne esci con un taglio forse un pò troppo corto di quello che avevi immaginato, ma almeno col portafoglio non troppo provato.
Per il biondo decidi per la prima volta di affidarti ai vari Garnier e L'Oreal, perchè se lo fa mia nonna posso farlo pure io, e dopo aver trascorso al supermercato un buon quarto d'ora di fronte allo scaffale dei prodotti per capelli, opti per un biondo "Scandinavia", giusto perchè se qualcuno dice "Finland" una buona ragione ce l'abbia.

3 commenti:

  1. O_O
    Tutti sti problemi per un taglio di capelli???

    :P

    Posta una foto su faccialibro che son curioso di vedere quanto rapata sei adesso!

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  2. Davide, lo so benissimo che questi non sono problemi che ti riguardano almeno da una decina d'anni...

    Consiglio: smettila di zapparti sui piedi LOL :D

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  3. Ti potevi ispirare al mio look estivo... rammenta che spettacolo la mia chioma, sembravo un leopardo e pure frocio!
    ... e il biondo chiaro chiaro é il mio preferito ... sapessi come andavo forte con le scandinave ... E' gradita foto non fotoscioppata! :-)

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